Diocesi di Arezzo – Cortona – Sansepolcro

“Sub tutela Dei”.

“L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni.” (Evangelii Nuntiandi, n 41)

Da oggi fino al 19 aprile nella Chiesa Cattedrale dei Santi Pietro e Donato in Arezzo viene accolta la reliquia del beato Rosario Angelo Livatino.

In questi giorni di “tante notizie”, abbiamo bisogno di “dati di realtà” che ci portano a crescere ogni giorno di più nel “fidarci di Lui” nel quotidiano.

Rosario Angelo Livatino era un uomo di fede, perché ha accettato la chiamata del Signore nel servizio al prossimo come magistrato per la difesa del popolo. Livatino non si è posto al di “sopra” degli altri , ma si è fatto “cercatore” di una giustizia più profonda e duratura.

“Rosario Livatino ha lasciato a tutti noi un esempio luminoso di come la fede possa esprimersi compiutamente nel servizio alla comunità civile e alle sue leggi; e di come l’obbedienza alla Chiesa possa coniugarsi con l’obbedienza allo Stato, in particolare con il ministero, delicato e importante, di far rispettare e applicare la legge.” (papa Francesco)

L’impegno del magistrato siciliano più di una volta papa Francesco lo ha indicato come esempio da seguire.

La memoria di questo giovane Magistrato è stata “scintilla” che ha ispirato Giovanni Paolo II per richiamare i mafiosi alla “conversione”.

Il magistrato Livatino parte da una storia di “casa”. Lui stesso ricorda la sua famiglia, nel giorno del giuramento per diventare magistrato, nella frase: “Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione, che i miei genitori mi hanno impartito, esige”.  Parte proprio da questo dono ricevuto dai genitori: l’insegnamento al bene. Questo insegnamento diventa per lui un impegno a portare a frutto il dono “dell’educazione”, ricevuta dai suoi genitori, nella sua attività da magistrato.

Questa memoria si fa “pellegrina” per ricordarci che siamo chiamati tutti al “servizio del Signore nel quotidiano”. Se facciamo il nostro lavoro con una “professionalità da discepolo e da buon cittadino” che deve coincidere con il Verbo fatto carne e se ci lasciamo guidare dallo Spirito allora possiamo vivere il motto che si era posto Livatino: “Sub tutela Dei”.

Chiediamo al Padre, per l’intercessione del beato Rosario Angelo Livatino, il dono della pace fra i popoli che vivono un conflitto a causa della prepotenza dei “potenti”. Chiediamo al Figlio, per l’intercessione del beato Rosario Angelo Livatino, il coraggio di “metterci sotto la protezione del Padre”. Chiediamo allo Spirito, per l’intercessione del beato Rosario Angelo Livatino, di avere il coraggio di seguire il Vangelo nel nostro quotidiano senza i compromessi comodi, ma vivere una “vita scomoda” e “vera”.

Foto del quadro fatto per la beatificazione di Rosario Angelo Livatino, martire e magistrato